lunedì 8 ottobre 2018

Die Welt is fort, ich muß dich tragen

Per la prima volta ho visto la solitudine. Neanche la Francia era riuscita a farmi sentire così tanto solo. Te ne sei andata senza dire nulla e volevo solo dirti addio, ma forse è troppo tardi per un ultimo saluto. Te lo vorrei dire adesso, proprio perché è impossibile. Sono uno sciocco che si sveglia sempre un attimo in ritardo e che vorrebbe mettere delle pezze su dei buchi che sono voragini. Hai spalancato la porta verso il punto di non ritorno, quello più triste di tutti. La consapevolezza che non tutte le interruzioni sono recuperabili, e che inevitabilmente arriva l'Interruzione finale, quella che non aspetta nessuno.Vorrei che certe cose non finissero mai. Vorrei che la sicurezza dei miei ricordi si traducesse in un presente invariabile. Vorrei che tutte le persone che ho perso lasciassero sempre uno spiraglio per un ritorno.
Vorrei non abbandonare nessuno.
È questo essere bambini? "Altri 5 minuti, ti prego"

The years, they passed
And so, did we


Se c'è una cosa che ora sono costretto a guardare è l'insensatezza della nostra vita. Quanto siamo piccoli e minuscoli. Cerchiamo di fissare l'universo secondo i nostri punti di riferimento ma è tutto inutile. Non siamo il centro di nulla, siamo solo di passaggio ed è probabile che nessuno se ne sia accorto. Non c'è una giustizia, non c'è un disegno non c'è nulla solo un grande buio verso cui ci affacciamo.
Malgrado tutto la vita va avanti. Sarà tutto più triste, e chissà il tempo forse mi farà dimenticare tutto questo. Certe cose non le vorrei mai perdere, ma come fare se un giorno io stesso sarò nulla?
C'è un momento in cui accadono le cose e non si torna più indietro. La cosa bella è che quel momento diventa il netto spartiacque dei nostri giorni, ma è irraggiungibile e come ogni avvenimento è perso per sempre nel passato. Ci siamo noi con i nostri ricordi, un piccolo appiglio scivoloso.

But I look at you
As our second drinks arrive
The piano player's playing "This Must Be the Place"
And it's a miracle to be alive
One more time
There's nothing to fear

Mi pentirò per sempre di tutte le cose che non ho fatto, del tempo che mi sono lasciato scorrere addosso, delle giornate buttate mentre mi trascinavo fino a sera, i giorni bui, la tristezza, il voler allontanare tutti quanti.

Lo so mi sbaglio se mi incaglio nelle rocce ormai sommerse, nell'assenza di radici o in tutte le altre cose perse, nell'esilio dagli amici, nei miei vortici a spirale che trascinano anche me nel gorgo della solitudine stellare...

Credevo di essere fermo e risoluto, trovavo nella mia determinazione la risposta a tutto il caos che ci circonda. “Non ci riesco? Bene farò così finché non sorprenderò tutti” “C'è un muro? Bene ci girerò intorno, e se è una muraglia la scalerò, e se è alto più di un grattacielo lo prenderò a pugni finché le mie mani spezzate non apriranno un varco tra i mattoni perché devo farcela, perché è il mio obiettivo”.
È così che ho corso le maratone. È così che ho modificato il mo fisico. È così che sono andato avanti senza mai voltarmi indietro.
Ma ora sono costretto a fermarmi e inizia a fare freddo.

You left my heart in some cold dark place
Where your love grows on a vine and I see it all the time
I didn't mean a word that I said
When I was lying to your face about being alone

 

Odierò per sempre la vita, così come quando morì Guinness. Il sentimento non cambia, va solo rinfrescato. Odierò un po' di meno me stesso e tutte le occasioni perse, per la sufficienza con cui tratto le persone, per la presunzione che mi fa riportare tutto quanto a me. Invece di dire semplicemente addio, devo concentrarmi sui miei desideri, sulle mie sensazioni, sulle mie continue delusioni.

Con te finisce definitivamente un'era. A cui sono particolarmente legato, che mi ha visto crescere e che mi ha reso adulto. La verità? Era tutto finito già da un bel pezzo, ma ora ci hai messo definitivamente un punto sopra.
Proprio te che non mi hai mai dato la sensazione di essere vicino alla fine, anzi mi avevi viziato nel vederti così male e pensavo fosse ormai una condizione stabile, quasi una cosa normale. Non ti sei mai arresa e tanto per cambiare, non mi ci hai fatto capire proprio un cazzo: forse una persona meno presa da se stessa sarebbe riuscita a vedere quello che il fisico palesava in modo così netto. E sì sono incazzato perché mi hai protetto ancora una volta, mi sei venuta accanto e mi hai fissato emettendo la tonica che non riuscivo mai a prendere perché ero una frana. Ma te, eri la migliore delle maestre possibili. E ti ho visto sempre come 100 anni più avanti di me, più brava, più grande, più donna: saresti stata una grandissima mamma lo so, perché di figli ne hai lasciati parecchi.


Sarei voluto esserci per un ultimo saluto. Lo sai sono una frana, ma mi vuoi bene per questo.
Grazie per aver creduto in me, grazie per avermi fatto sentire meno solo in questo percorso difficilissimo.

Mi mancherai,
ciao.