Ho bisogno di attingere di nuovo a quel
motore, a quella spinta distruttiva che annienta ogni sforzo di
ricomposizione. L'odio, fuoco che brucia, potenza senza controllo.
Per sopravvivere a quest'ultima sfida dovrò riaprire la crepa nella
mia coscienza, il foro nelle cose, il punto di non ritorno che crea
una discrepanza senza fine. Le cose esistono ben prima della loro
scoperta, bisogna solo trovare la giusta rappresentazione per
metterle in atto. So cosa significhi Zur en Ahhr, e ora capisco
perché ci sarà sempre un Babadook da nutrire in silenzio, nel cuore
della nostra casa. Il problema è che volontariamente scelgo di
ridare spazio a questa voragine, di annullarmi nei pensieri che ho
imparato a schivare e seppellire. Ancora una volta prenderò tutto il
negativo, ne verrò divorato e sputerò fuori una forza disumana e
disintegrante. Questo perché devo oltrepassare il mio limite di
sopportazione, mai come prima, ora che so che il mio fisico è
indietro di parecchio e la mia testa non è più disposta a
combattere. Saranno dei giorni impossibili che culmineranno in un
dolore lancinante. Tutto per ripartire da capo.
E riuscirò a tornare indietro? Ho
visto fiumi di energia disperdersi nel nulla, in una corsa senza
meta, perché l'odio è l'illusione della creatività, non si può
immagazzinare nulla e va tutto sacrificato a questo grandissimo
incendio che pretende sempre più combustibile.
Ma proprio per questo, mi sono
ripromesso di non aver più paura, che niente mi avrebbe più fermato
perché so che la mia volontà è senza limiti. So cosa significhi
toccare il fondo, e so cosa sia il fallimento. Bisogna perdersi per
poter ritrovare la via d'uscita. È un processo senza fine, quante
volte ancora dovrò piegarmi in due, sentirmi spezzato, pregare per
la fine, eppure scelgo di accettare tutto questo. Richiamo i tuoi
fantasmi che mi uccidono in ogni momento di distrazione, vivo con la
tua ombra che mi soffoca ogni volta che trovo un nuovo spazio. Decido
di combattere contro questi mulini a vento per richiamare una
produttività infinita.
Ho trovato un nuovo modo di urlare
“REMARE, FALLIRE, REMARE”, e me l'ha detto un cigno morente
mascherato da donna insanguinata.
DEEP ROOTS ARE NOT REACHED BY
FROST
Ormai sei il freddo della mia vita, la
morte del sentimento. Un vento gelido che devasta i campi, uccide i
fiori ed annulla qualsiasi tentativo di rinascita. Ma le stagioni
passano e ci sono radici che non hai mai visto, solo intuito. E per
questo hai paura, perché non potrai mai uscire vincitore con chi ha
imparato a perdere tutto e a vivere nella consapevolezza dei propri
limiti solo per poterli trascendere.
Siamo rari, ma sappiamo riconoscerci
anche da distanze siderali. Gente così, per quanto legata, confusa,
impacciata, prima o poi capirà il suo potenziale. O meglio, troverà
la strada di esprimerlo: quel dolore immondo, il fuoco dietro ai
nostri occhi, la voglia di distruggere tutto. E allora giungerà il
momento di lasciare tutti indietro.
Stanotte ho sognato un paese straniero.
Una donna stava per fare sesso in pubblico e, poco prima dell'atto,
le forze dell'ordine le davano fuoco. Un urlo così non lo avevo mai
sentito. Una volta spento il suo corpo ci sono almeno tre fazioni di
ragazzi disposti in linea, pronti a mettere sottosopra la città. Lo
scontro è imminente, mi accodo: non potrò ritardare l'esplosione di
violenza. Non sono pronto, ma in fondo quando lo sono mai stato?
Siamo giunti nuovamente all'impatto
imminente della Malora, e ora so che il mondo finisce in ogni
istante. La fine non è affatto un evento irripetibile e determinato,
ma una costante della nostra realtà, teleologicamente proiettata
verso un punto non troppo distante: il continuo fallimento.
Non vorrei, ma posso richiamarti solo
nel disgusto, nella rabbia, nella delusione. Questo è quello che
rimane, il resto è un ricordo sbiadito.