Più che un post, un'ammissione di colpa. Una sorta di numero estivo per chiedere scusa.
Nel mese più terribile,
tutto rischia di perdersi. La gente sparisce, il caldo scoglie
qualsiasi impulso. Non fare nulla diventa un lavoro full-time e a
quanto pare, stanca più del previsto. Tra una sessione e l'altra di
sbavata sul letto (il segreto è risultare indecorosi anche quando
non si è coscienti) improvvisamente, ti coglie l'impulso alla
produttività, alla vita. Come può una mente così brillantemente
attiva, convincere un corpo consunto dalla fatica? Tramite l'inganno,
ovvio. Quindi ti trascini fino alla tastiera dopo essere stato
rassicurato che “tranquillo non perderai tutto il tempo necessario
per una sveltina. Si, insomma, l'avevamo pensata insieme, ricordi?!?,
proprio per ovviare a quel problema dell'insofferenza mista alla
stanchezza, e quindi nel disinteresse di una botta e via,
nell'irriverente freschezza di un titolo così bricconcello, si
poteva passare con leggerezza il trauma dell'“ommioddio sto
producendo qualcosa” senza quasi accorgersene. Fa niente. Abbiamo
appena trovato una nuova scorciatoia. Si fotta la sveltina, qui
facciamo un'orgia” e sei pronto. Cioè, nel momento in cui guardi
la colonnina a destra e ti rendi conto di aver lasciato indietro
TUTTA quella roba, pensi che forse sarebbe meglio tornare sul letto,
che in fondo sarebbe molto più salutare sorseggiare un estathé
mentre si fissa il vuoto e poi crollare morto sul letto per lo
sforzo, proprio come un koala. E ti ricordi di quanto sono stupidi
questi stupidi koala, ma così stupidi che usano il 90% delle loro
stupide energie solo per disintossicarsi dal cibo che stupidamente
continuano a mangiare. Passano tutta la loro vita a sabotarsi i loro
piani di suicidio che, insomma, è parecchio buffo e no, oh no, lo
stai facendo di nuovo “l'orgia cazzo, l'orgia. Sei così
rincoglionito che cerchi di prendere tempo non facendo altro, tipo
che ne so, giocando con lo yo-yo, ma disperdendo verso il nulla
quello che dovresti fare con attenzione. Focalizzati eccheccazzo,
stai già producendo te ne rendi conto? Hai una certa età, prenditi
le tue responsabilità, dietro ste battute di merda non ti ci puoi
più nascondere. Non adesso, non ancora. Cioè, stai facendo divagare
pure me, porcaputtana concentrati e basta stronzate. Possibile che te
le devo dire sempre io ste cose?” e quindi sei costretto. Via:
Orge d'altri tempi. |
Il primo a entrare nella
stanza e a togliersi la maglietta è Blue Velvet. Adoro così tanto
Lynch, che quando sta per rimanere in mutande lo faccio rivestire e
dico “torna a settembre”. Gli dedicherò una recensione apposita,
ci mancherebbe altro. Giuro uscirà anche un Link ipertestuale tuttoda clickare che mi renderà orgoglioso di aver mantenuto fede alla parola data. Per ora dico solo: grandissimo film, con il villain più
affascinante di sempre. Dove “affascinante” forse non è il primo
termine che dovrebbe venire in mente quando si pensa a Frank Booth.
Ma abbiate pazienza, con calma, poi si dirà.
Blu e Rosso |
Discorso simile per
Videodrome. Primo film che vedo di Cronenberg (mai nascosta la mia
ignoranza), nonostante tutti gli avvertimenti possibili è riuscito a
sorprendermi lo stesso. Ovviamente nella sua visione, non trovato
nulla di quello che mi aspettavo. Tranne per il body-horror
disturbante più che disgustoso tutto è stato relativamente
“sorprendente”. A partire dal taglio fortemente onirico e
surreale che culmina nella scena finale. E poi vogliamo parlare dei cassettoni
Betamax? Ah, gli anni '80!
Altro che digitale terrestre. |
Faccio entrare invece nel
lettone Arizona Dream, dicendo subito tutto quello che mi sento di
dire. Bel film, bel cast, ottimi personaggi. Fa un po' impressione
vedere un Johnny Depp così giovane, slegato dall'estetica di Tim Burton, che a conti fatti è diventata la sua nuova pelle. A mio
parere un film con delle grandi intuizioni, ma che mette troppa carne
al fuoco. Ho adorato il tono surrealista che permea tutta la
pellicola, ma (semplificando) gli inserti iniziali slapstick stridono
parecchio con la seconda parte, eccessivamente drammatica. Non
propongo una teoria dei generi, anzi ben vengano le sperimentazioni,
solo che in Arizona Dream manca il collante. Lo definirei un
road-movie per il regista. In ogni scena si percepisce una gestazione
travagliata, l'esperienza della tragedia da parte di Kusturica, il
dolore che cambia la prospettiva, il punto di vista. La
sovrabbondanza di linguaggio espressivo sembra sfuggire dal controllo
del regista che arriva a confezionare un'opera estremamente
personale, più di quanto possa sembrare. Consiglio la visione, ma
con riserva. C'è qualcosa che nel suo insieme rende impenetrabile e
realmente godibile questo film, il che è un vero peccato, perché se
presi singolarmente, alcuni momenti sono veramente da incorniciare, e si imprimono con prepotenza
nella mente dello spettatore.
Johnny Depp e Jerry Lewis: due pischelli. |
You only Live Once, su
su, non essere timido, c'è spazio anche per te. Grandissimo film,
ispirato alle allora quasi contemporanee dis-avventure di Bonnie e Clyde, è la seconda produzione americana di Fritz Lang. Ottima
rappresentazione della società occidentale e delle sue
contraddizioni, mette in scena un'amarissima inversione del sogno
americano, che porta ad una predestinazione sociale che non accetta
compromessi. Il manicheismo yankee visto dagli occhi di uno dei più
grandi registi Europei della prima metà del 900. Non c'è da
aggiungere molto: va visto perché seminale e fondativo. Nulla di
più, nulla di meno. (C'è da dire che ho un problema di approccio
verso i padri fondatori e le opere “capostipiti” in campo
artistico, ma credo di essere stato più che corretto nei confronti
di questo film. Ansia da capolavoro?)
Fritz Lang: non proprio il primo che passa. |
Les Amants du Pont-Neuf
ehm ecco... come dire... non sei te il problema.. mi dispiace non
penso sia il caso, non mi sento pronto. E giuro, non mi sarei mai
sognato di dirlo a Juliette Binoche che, ancora non lo sa, ma è la
donna della mia vita e stiamo insieme da parecchi anni. Comunque, un
film perfetto, stilisticamente fantastico, una vera e propria lettera
d'amore a Parigi e al cinema tutto. Un film così leggero e
scorrevole, che mai si potrebbe ipotizzare il costo folle dietro alla
riproduzione del Pont Neuf, che lo porta ad essere uno dei film più
costosi (e più fallimentari) mai prodotti in Francia. Leos Carax ho
deciso che voglio vedere tutto. Pura poesia, prossimamente postata in
prima pagina.
Semplicemente unico. |
El Topo di Jodorowsky si
può unire tranquillamente all'ammucchiata. Non nascondo un sincero
imbarazzo nel parlare di un film del genere. Non a livello
contenutistico, nessun rimprovero etico/morale, ma proprio
concettuale. Non saprei come avvicinarmi, cosa dire. Di tutte le
opere surrealiste questa è veramente la più impenetrabile proprio
perchè vive di personaggi, di sciocchezze, di cultura pop ormai già
morta. Dentro c'è veramente tutto (dalle lesbiche che si prendono a
frustate ai monaci che si danno fuoco), il rischio è che non rimanga
niente. Se preso con lo spirito sbagliato, metà film potrebbe
sembrare la messa in scena degli appunti confusi di uno svogliato
studente di filosofia che “gli piacevano i cowboy” mentre
l'altra, la fiera della stranezza deforme. Se preso con lo spirito
giusto, c'era un quattr'occhi che diceva “è il mio film
preferito”... […]
(Comunque se non l'hai
visto, veditelo eh)
Riferimento culturale gentilmente creato con paint da: me. |
Ma quando arrivano le ragazze? vieni pure, ma non azzardarti a guardarmi negli occhi. E
quando hai finito, non richiamarmi. Un film brutto, ma brutto forte.
Pupi Avati presenta una storia finta e superficiale, resa in modo
plasticoso e posticcio. Si parla di Jazz in un modo così rarefatto
che l'unico che si droga (poraccio, suonava il contrabbasso) neanche
hanno il coraggio di farlo morire. Anzi è l'elemento comico. Non si
può usare la musica come perno centrale della narrazione e
ridoppiare così male una pellicola: dai dialoghi ovattati alle parti
suonate dove palesemente chi suona, sta facendo altro. Ah, e tutto il
parallelismo con le comete è di un pretestuoso unico e... basta. Ho
odiato questo film. Ci mancava solo Sandra Bullock.
Belli e Bravi. |
Napoleon Dynamite è un
film che adoro, ma capisco i motivi per cui non possa piacere e non
mi sento di biasimare i suoi detrattori. Penso che il problema
dell'esprimere un'opinione a riguardo sia accentuato dal fatto che il
film sia diventato un cult: bisogna sempre muoversi con cautela
quando si raggiungo questi lidi. Perché significa avere fan
integralisti da una parte, e detrattori accaniti dall'altra. Se non
altro andrebbe riconosciuto universalmente che in un'ossatura lenta
ed esasperante vengono presentati dei personaggi unici e divertenti,
che potrebbero essere riutilizzati in altri contesti senza alcun
problema (e infatti è stata fatta anche la serie animata). Un giorno
magari proverò a spiegare la mia posizione di difesa, ma per ora non
è una priorità. Diciamo che una volta spenta la luce non si è
capito se il film dei coniugi Hess si è buttato nella mischia o è
tornato a casa.
GOSH! |
Wild at Heart, secondo
invitato di Lynch, torna anch'esso a casa senza pensarci due volte.
C'è tanto da dire anche qua. Innanzitutto è il primo film di Lynch
che si può definire divertente, cosa non banale visto che mantiene
comunque i toni inquietanti della filmografia del regista. Secondo: un film con Nicolas Cage che non è una merda, mica facile eh (escluso Arizona Junior, ovvio). Ne
parlerò, e molto. Per ora dico: incredibile vedere l'evoluzione e
crescita (fisica, anche) di Laura Dern attraverso i film di Lynch. Da
dumb virgin in Blue Velvet a Woman in Trouble in Inland Empire. Zero tette, ma tanto naso, ehm... cuore.
Si balla. |
Il corto (ehm) Fear and Desire non riceverà nessun trattamento in questo post. Recentemente
distribuito per la prima volta nelle sale italiane, ne avevo già
sentito parlare (fu argomento di una lezione all'università) e
quindi sapevo già cosa mi sarei trovato davanti. Opera prima con
parecchi spunti interessanti, ma appunto, opera prima. Più
interessante a livello narrativo che filmografico. Rimane
l'intenzione di proporre un ciclo Kubrick su questo blog, quindi per
dire due parole vorrei aspettare ancora un po' e relegare ad un
ambito circoscritto tutta la filmografia del regista. E il tempo?
Primi tentativi di comunicare. |
Infine, Pomodori Verdi Fritti, di Jon Avnet. Entra pure, e visto che ci sei, chiudi la porta
a chiave. Film drammatico potenzialmente interessante, cade in alcune
scelte narrative che lasciano l'amaro in bocca. Prima tra tutte non
c'è il coraggio di mostrare fino in fondo quello che chiaramente era
nel romanzo originale un rapporto omosessuale tra le due
protagoniste. Qui ci si limita ad un'amiciza veramente speciale, ma
così speciale, che abbiamo iniziato tenendoci per mano sin da quando
eravamo bambine (e la regia, paradossalmente, calca questi momenti
come a suggerire quello che non si può dire) e alla fine ci siamo
addirittura prese a torte in faccia (“[...] the director acknowledes
the relationshp and points out that a scene between the two women
engaging in a food fight was intended to be seen as symbolic
love-making”). Fastidioso il didascalismo propedeutico della storia
passata per la vita presente. A parte queste ingenuità, una buona
rappresentazione di cosa doveva essere il Sud dell'America del Nord
un secolo fa. E di quanto siano squallide le famiglie americane a noi
contemporanee.
Amiche. Ma taaaaanto... |
Chiuso con gli update
vorrei pensare ad alta voce al problema Futurama. Ero partito
volenteroso nel recensire l'ultima stagione che sta andando in onda
queste settimane in America ma ho perso il filo, e a parte il primo
episodio, sono rimasto parecchio indietro. Ora, devo recuperare? C'è
da dire che recensire un episodio di 20 minuti è più complicato del
previsto (devo entrare nel dettaglio di ogni scena o fare un piccolo
riassunto/giudizio complessivo?) e in più le nuove puntate non sono
poi così brillanti. Se la comicità a ridotta a semplici battute,
come parlarne in modo intelligente? Troverei parecchio noioso un
commentario di ogni singola frecciatina di Bender. Devo riflettere.
Quando? |
Anticipo, ma si sa che la
mia affidabilità rasenta livelli ridicoli, che vorrei ampliare un
po' i confini di questo blog e proporre una serie di recensioni che
esulano dal campo prettamente cinematografico ma che comunque
resterebbero in linea con le mie intenzioni iniziali di riflessioni
sull'arte e sul linguaggio. Che detta così sembra una roba
pretenziosa. E probabilmente lo è. Ho impiegato quattro ore per questo post, e mi sto squagliando. Maledetto, me l'hai fatta di nuovo.
Hint |
Mira el dito...
OUT!
NOTA: Questo post contiene un numero spropositato di link ipertestuali. Alcuni, sono divertenti. Sono stati messi mentre in sottofondo andava una playlist youtube di Beyoncé.
Ho trovato questo post utile, perchè alcuni di questi film non li conosco (ma cercherò di rimediare) e anche ben scritto, mi piace come esponi i concetti in maniera del tutto personale a tratti ironica. Quindi complimenti!
RispondiEliminahttp://lovedlens.blogspot.it
Grazie mille (anche se in ritardissimo) per il commento. Ricambierò la visita, ciao!
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