Mr. Nobody
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Titolo italiano | Regia | Anno | Genere | Con |
Mr. Nobody
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2009 | Drammatico Fantascientifico |
Jared Leto, Diane Kruger |
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Nell'anno 2092, Nemo Nobody, ultimo uomo mortale
ormai ultracentenario, si ritrova a raccontare la sua particolare
vita ad un giornalista. Tutto mentre è il protagonista di un
reality show dove è il pubblico a decidere le sorti della sua
esistenza...
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Mr. Nobody è un'opera
mastodontica che tiene incollati allo schermo per tutta la sua
durata, nonostante la sua lunghezza non proprio agevole. Fantascienza
e drammi esistenziali coesistono in una storia interessante
raccontata attraverso una perfetta padronanza della macchina da
presa. La pellicola si presenta come un'esperienza unica che però
non sembra spingersi fino al limite delle sue possibilità. Manca,
alla fine, la possibilità di un vero coinvolgimento da parte dello
spettatore di fronte ad un film che non ammette imperfezioni.
Aut Aut
Tema centrale del film è
la scelta, intesa come azione significativa. Attenzione: non un punto
di rottura che provoca un cambiamento di stato da una situazione A ad
una B, ma in quanto punto di dilatazione e di creazione. Il senso
ultimo del film risiede nel dimostrare che la scelta non è mai
esclusiva, ma che l'essere ha la stessa validità di ciò che non è.
Nessuna scelta esiste veramente, tutto è possibile e per questo non
c'è differenza tra lo scorrere degli eventi e ciò che non avviene
concretamente. La verità massima quindi risiede nell'immaginazione e
nel suo potere poietico: quale mezzo migliore del cinema per
esprimere questo potenziale? Ogni realtà va accettata in quanto
pensabile. Non è un caso che il film attribuisca il medesimo valore
ad ogni sua storia interna: la stessa fantasia di un viaggio su Marte
è plausibile proprio come un amore mai sbocciato.
Sliding Doors |
Multi-Dimensional-Quantistic-Love-Story
Il coraggio della
pellicola risiede nel voler proporre teorie scientifiche e
filosofiche avanzate, senza mai sfociare in tecnicismi, ma rimanendo
ancorato ad un impianto drammatico/fantascientifico. Così
dilatazione dell'universo e meccanica quantistica vengono agevolmente
riportate sul piano di una storia d'amore... multidimensionale. La
complessità dei temi trattati è gestita egregiamente, tanto che
tutte le contraddizioni e tutti i punti interrogativi sorti nello
spettatore, dovute necessariamente dall'inesplicabilità di una
narrativa non lineare, si risolvono nel finale. Ogni elemento viene
ricondotto proprio a quell'immaginazione di cui accennato sopra. Ciò,
a conti fatti, crea una coerenza di fondo apprezzabile, ed annulla
qualsiasi rischio di tensione iper-razionalistica dello spettatore
che vuole necessariamente una soluzione ancorata al nesso causale.
Sotto questo aspetto, Mr, Nobody se la cava perfettamente. Riesce a
rendere credibile il suo universo per poi farlo collassare su sé
stesso senza bisogno di una spiegazione logica: la sceneggiatura,
seppur in modo inaspettato, riesce a chiudersi nel più degno dei
modi.
Proprietà di linguaggio
I problemi, nascono sotto
un altro punto di vista. La densità di contenuti viene accompagnata
da una presentazione formale ineccepibile. Mr. Nobody è una
rappresentazione stratificata e complessa del significato della vita.
Gli unici punti di appiglio che lo spettatore trova li deve saper
riconoscere nel linguaggio cinematografico. Nella potenza
dell'immagine risiede più significato di un qualsiasi discorso sulla
dilatazione dell'universo o sull'entropia for dummies che
ci viene proposto dal protagonista. I suggerimenti sono infiniti:
dalle scelte cromatiche che accompagnano e contraddistinguono ogni
realtà possibile alle scelte di montaggio che creano un perfetto
fluire degli avvenimenti nonostante la narrativa fortemente
stratificata e sconnessa. Menzione d'onore alla colonna sonora
anch'essa implementata perfettamente nella storia (la transizione
temporale con la sovrapposizione delle due versioni di Mr. Sandman è
un ottimo esempio). Per non parlare del lavoro svolto con la
scenografia e la fotografia che creano ambienti così surreali e
familiari allo stesso tempo da tenere sempre altissima l'attenzione.
Tra split screen, effetti speciali, sequenze invertite e cambi di
ambientazione senza stacchi di montaggio (perdonate la pochezza
espressiva, ci sto lavorando/studiando sopra), lo spettatore viene
continuamente bombardato. L'immaginazione ha la sua rappresentazione
formale perfetta.
Esempio di suggerimenti cromatici. Il film parla ancor prima di raccontarsi narrativamente. |
...Spotless Mind
La
problematicità avviene proprio in questa sovrabbondanza di contenuto
e di perfezione tecnica. Il confronto con Eternal Sunshine of the Spotless Mind è inevitabile. Si nota subito una somiglianza di
approccio nell'uso degli effetti speciali tra i due film, data dal
fatto che condividono lo stesso visual effects supervisor: Louis
Morin e la sua compagnia Modus FX.
Rischiando
di sfociare nel gusto personale, ritengo Eternal Sunshine un prodotto
ben più fruibile sebbene molto più limitato. Ma è proprio questa
sua limitatezza a tracciare i confini di una forte identità
personale. Il film di Michel Gondry parla ancor di più di Mr. Nobody
tramite l'uso degli effetti speciali. Ben più della scelta, è il
tema del ricordo a giovare incredibilmente delle possibilità offerte
dal cinema. La goffa storia d'amore tra Joel e Clementine risulta più
immediata e meno forzata di questa grandissima epopea filosofica.
Probabilmente i due film sono due facce della stessa medaglia, ma il
primo è genuino e rilassato, non c'è spazio per una ricerca
esasperata (ed esasperante). Mr. Nobody, invece nelle sue due ore e
mezza (versione director's cut) sembra voler stupire per forza lo
spettatore sovraccaricandolo di informazioni ed effetti speciali. La
perfezione si paga: si sente la mancanza di una certa spensieratezza,
di alcune ingenuità di fondo che portano alla meravigliosa sincerità
di un Eternal Sunshine. In alcuni punti, soprattutto nella parte
centrale, si arriva a pensare che Mr. Nobody, tecnicamente
ineccepibile, sia un prodotto senza cuore, troppo impegnato ad impressionare
per riuscire a raccontare la semplicità essenziale di quello che sta
cercando.
Nel cuore. |
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