martedì 2 luglio 2013

Sveltina [3]: Mr. Nobody



Mr. Nobody
Titolo italiano Regia Anno Genere Con
Mr. Nobody
2009 Drammatico
Fantascientifico
Jared Leto,
Diane Kruger
Nell'anno 2092, Nemo Nobody, ultimo uomo mortale ormai ultracentenario, si ritrova a raccontare la sua particolare vita ad un giornalista. Tutto mentre è il protagonista di un reality show dove è il pubblico a decidere le sorti della sua esistenza...




Mr. Nobody è un'opera mastodontica che tiene incollati allo schermo per tutta la sua durata, nonostante la sua lunghezza non proprio agevole. Fantascienza e drammi esistenziali coesistono in una storia interessante raccontata attraverso una perfetta padronanza della macchina da presa. La pellicola si presenta come un'esperienza unica che però non sembra spingersi fino al limite delle sue possibilità. Manca, alla fine, la possibilità di un vero coinvolgimento da parte dello spettatore di fronte ad un film che non ammette imperfezioni.



 

Aut Aut


Tema centrale del film è la scelta, intesa come azione significativa. Attenzione: non un punto di rottura che provoca un cambiamento di stato da una situazione A ad una B, ma in quanto punto di dilatazione e di creazione. Il senso ultimo del film risiede nel dimostrare che la scelta non è mai esclusiva, ma che l'essere ha la stessa validità di ciò che non è. Nessuna scelta esiste veramente, tutto è possibile e per questo non c'è differenza tra lo scorrere degli eventi e ciò che non avviene concretamente. La verità massima quindi risiede nell'immaginazione e nel suo potere poietico: quale mezzo migliore del cinema per esprimere questo potenziale? Ogni realtà va accettata in quanto pensabile. Non è un caso che il film attribuisca il medesimo valore ad ogni sua storia interna: la stessa fantasia di un viaggio su Marte è plausibile proprio come un amore mai sbocciato.


Sliding Doors


Multi-Dimensional-Quantistic-Love-Story


Il coraggio della pellicola risiede nel voler proporre teorie scientifiche e filosofiche avanzate, senza mai sfociare in tecnicismi, ma rimanendo ancorato ad un impianto drammatico/fantascientifico. Così dilatazione dell'universo e meccanica quantistica vengono agevolmente riportate sul piano di una storia d'amore... multidimensionale. La complessità dei temi trattati è gestita egregiamente, tanto che tutte le contraddizioni e tutti i punti interrogativi sorti nello spettatore, dovute necessariamente dall'inesplicabilità di una narrativa non lineare, si risolvono nel finale. Ogni elemento viene ricondotto proprio a quell'immaginazione di cui accennato sopra. Ciò, a conti fatti, crea una coerenza di fondo apprezzabile, ed annulla qualsiasi rischio di tensione iper-razionalistica dello spettatore che vuole necessariamente una soluzione ancorata al nesso causale. Sotto questo aspetto, Mr, Nobody se la cava perfettamente. Riesce a rendere credibile il suo universo per poi farlo collassare su sé stesso senza bisogno di una spiegazione logica: la sceneggiatura, seppur in modo inaspettato, riesce a chiudersi nel più degno dei modi.


Scelte: infinite possibilità.


Proprietà di linguaggio


I problemi, nascono sotto un altro punto di vista. La densità di contenuti viene accompagnata da una presentazione formale ineccepibile. Mr. Nobody è una rappresentazione stratificata e complessa del significato della vita. Gli unici punti di appiglio che lo spettatore trova li deve saper riconoscere nel linguaggio cinematografico. Nella potenza dell'immagine risiede più significato di un qualsiasi discorso sulla dilatazione dell'universo o sull'entropia for dummies che ci viene proposto dal protagonista. I suggerimenti sono infiniti: dalle scelte cromatiche che accompagnano e contraddistinguono ogni realtà possibile alle scelte di montaggio che creano un perfetto fluire degli avvenimenti nonostante la narrativa fortemente stratificata e sconnessa. Menzione d'onore alla colonna sonora anch'essa implementata perfettamente nella storia (la transizione temporale con la sovrapposizione delle due versioni di Mr. Sandman è un ottimo esempio). Per non parlare del lavoro svolto con la scenografia e la fotografia che creano ambienti così surreali e familiari allo stesso tempo da tenere sempre altissima l'attenzione. Tra split screen, effetti speciali, sequenze invertite e cambi di ambientazione senza stacchi di montaggio (perdonate la pochezza espressiva, ci sto lavorando/studiando sopra), lo spettatore viene continuamente bombardato. L'immaginazione ha la sua rappresentazione formale perfetta.


Esempio di suggerimenti cromatici. Il film parla ancor prima di raccontarsi narrativamente.


...Spotless Mind


La problematicità avviene proprio in questa sovrabbondanza di contenuto e di perfezione tecnica. Il confronto con Eternal Sunshine of the Spotless Mind è inevitabile. Si nota subito una somiglianza di approccio nell'uso degli effetti speciali tra i due film, data dal fatto che condividono lo stesso visual effects supervisor: Louis Morin e la sua compagnia Modus FX.
Rischiando di sfociare nel gusto personale, ritengo Eternal Sunshine un prodotto ben più fruibile sebbene molto più limitato. Ma è proprio questa sua limitatezza a tracciare i confini di una forte identità personale. Il film di Michel Gondry parla ancor di più di Mr. Nobody tramite l'uso degli effetti speciali. Ben più della scelta, è il tema del ricordo a giovare incredibilmente delle possibilità offerte dal cinema. La goffa storia d'amore tra Joel e Clementine risulta più immediata e meno forzata di questa grandissima epopea filosofica. Probabilmente i due film sono due facce della stessa medaglia, ma il primo è genuino e rilassato, non c'è spazio per una ricerca esasperata (ed esasperante). Mr. Nobody, invece nelle sue due ore e mezza (versione director's cut) sembra voler stupire per forza lo spettatore sovraccaricandolo di informazioni ed effetti speciali. La perfezione si paga: si sente la mancanza di una certa spensieratezza, di alcune ingenuità di fondo che portano alla meravigliosa sincerità di un Eternal Sunshine. In alcuni punti, soprattutto nella parte centrale, si arriva a pensare che Mr. Nobody, tecnicamente ineccepibile, sia un prodotto senza cuore, troppo impegnato ad impressionare per riuscire a raccontare la semplicità essenziale di quello che sta cercando.


Nel cuore.

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