lunedì 22 luglio 2013

Sveltina [5]: Another Earth



Another Earth
Titolo italiano Regia Anno Genere Con
Another Earth
2011 Fantascienza
Drammatico
William Mapother,
Brit Marling
La giovane Rhoda Williams causa un terribile incidente stradale in cui rovina la vita del compositore John Burroughs, lasciandolo in coma ed uccidendo sua moglie e suo figlio. Intanto in cielo appare un nuovo pianeta, visibile ad occhio nudo, in tutto e per tutto uguale alla nostra Terra...





Another Earth, primo esperimento dietro alla macchina da presa di Mike Cahill, è un buon film che riesce, nonostante gli eccessi di una regia un po' troppo indie/tremolante, a ritagliarsi un suo spazio, una sua identità. Fallisce nel finale, nell'intento di voler stupire per forza. La base fantascientifica, gestita ottimamente per quasi tutta la pellicola, è un solido contesto nel quale articolare il dramma personale della protagonista: l'eterno binomio libero arbitrio/predestinazione ottiene nuova linfa vitale nella contestualizzazione della terra gemella. Siamo veramente destinati agli stessi errori in ogni situazione possibile? E se esistessero dei nostri doppi, porterebbero avanti le stesse scelte?





L'intuizione di “Terra 2” così minacciosamente vicina, resa da una fotografia straordinaria che ci regala l'immagine più bella di tutto il film (che non a caso sarà usata nella locandina), impone un senso di urgenza e di obbligata riflessione sulle proprie azioni. Il mondo non può non vedersi costantemente, come davanti ad uno specchio: la protagonista deve fare i conti con i propri demoni. Ed ecco che lo spunto macrocosmico diventa, di riflesso, la paradossale storia d'amore microcosmica tra la vittima e il suo involontario carnefice. Il progresso psicologico di Rhoda, vero perno del film, si impone violentemente tanto che lo spettatore è quasi portato a credere che Terra 2 sia solo un'invenzione onirica della ragazza, e il film la rielaborazione solipsistica dell'incidente iniziale. Nonostante le didascaliche e ridondanti interazioni familiari gestite in maniera eccessivamente superficiale (senza contare la ridicola figura dell'inserviente), il dramma di Rhoda è palpabile e coinvolgente. Purtroppo, l'equilibrio raggiunto si spezza nell'ultima scena.




Con violenza la fantascienza si impone come unico punto di vista accettato e fa crollare l'impostazione del film in un finale secco, tranciato e tranciante, che lascia spazio a numerose interpretazioni: sinceramente, non necessarie. All'incertezza emotiva Cahill preferisce il dubbio pseudorazionale che esige una spiegazione trascendente l'esperienza personale. La centralità di Rhoda si perde, l'interesse anche.
Da segnalare una bella colonna sonora, semplice ma appropriata, ed una buona prova attoriale di Brit Marling, alla sua prima esperienza in un lungometraggio. 


Brit Marling e Mike Cahill. Oltre ad essere, rispettivamente, protagonista e regista del film, entrambi hanno firmato la sceneggiatura.

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