mercoledì 22 maggio 2013

Sveltina [1]: Gangs of New York



Visto che scrivere queste pseudo-recensioni mi occupa veramente troppo tempo, ho deciso di inaugurare questa nuova rubrica per velocizzare un pò le tempistiche. Non si può sviscerare tutto, ma non per questo bisogna condannare al silenzio ciò che non è degno di un'analisi approfondita. Poi, chissà, in futuro...



Gangs of New York
Titolo italiano Regia Anno Genere Con
Gangs of New York
2002 Drammatico Leonardo DiCaprio,
Daniel Day-Lewis
L'America nasce nelle strade. Nella prima metà del 1800 New York è una città lasciata a sé stessa: nessuna legge, solo violenza e corruzione. È qui che il giovane Amsterdam Vallon torna per vendicare la morte del padre per mano del “macellaio”...


Gangs of New York, funziona a metà. È un film fortemente travagliato nella sua impostazione: il banale tema della vendetta cerca una rivendicazione identitaria venendo immerso in un contesto storico poco sfruttato negli anni recenti, quindi relativamente “nuovo”. Si parla dunque della New York durante il periodo della guerra di secessione, una città violenta in una nazione senza identità. Punto di vista interessante è quello di andare oltre la ricostruzione storica a posteriori e di ricreare il contesto nella sua formazione, e non partire dai suoi effetti. La grande liberazione di Lincoln viene vissuta al “contrario” dagli americani, gli stessi abitanti dei progrediti stati del nord sono razzisti e diffidenti verso i “negri”. Gli appartenenti al partito democratico non rappresentano il bene in senso puro, ma sono solo quelli che meglio sanno sfruttare la macchina politica e le sue falle. La portata rivoluzionaria della figura di Lincoln viene pesantemente ridimensionata e de-mitizzata. “L'America è nata nelle strade”, così anche la democrazia. 




Senza entrare nel merito della validità storica della pellicola, il problema è palese nella forma e non nei contenuti: la funzionalità del contesto si perde nella seconda parte del film dove la Storia, da semplice spazio di azione, diviene protagonista. Il film risulta allungato all'inverosimile, dispersivo, a tratti immobile. Si perde la volontà di attesa della risoluzione del conflitto tra i due protagonisti, e quando questo accade, lo scontro, inserito in un caos generale ben più ampio, ha perso la sua centralità.


La ricostruzione è, esteticamente, impressionante. In particolare, la fotografia e la regia di Martin Scorsese regalano delle battaglie molto coinvolgenti.


Ottima l'interpretazione di Daniel Day-Lewis. Il suo personaggio è l'asse portante di tutto il film, la finzione storica acquista credibilità già dalla sua semplice presenza. Ogni singolo aspetto è curato alla perfezione: il macellaio vive, suda, uccide. Postura, gestualità, niente fa pensare ad un attore. Questa forse è la vera arma a doppio taglio: tutto il resto del cast sfigura. Leonardo DiCaprio, interprete che nei suoi film più recenti si è dimostrato ben più che un semplice idolo delle teenager, stona pesantemente di fronte al suo avversario: è troppo pulito, troppo impostato, plasticoso all'inverosimile. La scena delle cicatrici sfiora il ridicolo: fisico scultoreo con qualche graffietto sul petto completamente depilato. Dall'altra un uomo con i capelli unti, un occhio di vetro e chissà quante pallottole in corpo. Difficile esprimersi su Cameron Diaz, belissima, ma ancor più di DiCaprio, viene offuscata dalla performance di Day-Lewis.


L'interpretazione di Daniel Day-Lewis vale da sola la visione del film.


Il finale, discorso valido anche per Collateral, nella sua voglia di giustificare il film, inconsciamente, non fa che condannarlo. Come i protagonisti della pellicola svaniscono vittime della Storia e del progresso che stratifica le città sulle tombe degli antenati (che il regista abbia capito che la sovrabbondanza storica è proprio il problema della pellicola?) così Gangs of New York finirà nel dimenticatoio della filmografia di Scorsese.


New York continua, il film cade nell'oblio.


Nota a margine: ho trovato fuori l'uogo l'antenata di Catwoman, ma una rapida ricerca su internet ha confermato i miei sospetti: Hell-Cat Maggie è un personaggio realmente esistito, con tanto di artigli come arma. Incredibile ma vero. Resta il fatto che non mi piace come il personaggio venga gestito da Scorsese, soprattuto nei combattimenti.



"Miao"



2 commenti:

  1. Sicuramente un film profondamente imperfetto, forse il Capolavoro mancato di Scorsese.
    Eppure, a distanza di anni, rivederlo è sempre un piacere enorme.

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    1. Fino al confronto nel teatro, dove DiCaprio viene sfregiato, il film è molto bello, quasi un capolavoro. Sarebbe dovuto finire la, invece dura un'altra ora. Peccato. L'incredibile caratterizzazione del Macellaio da parte di Day-Lewis stupisce ancora oggi, dopo più di 10 anni dall'uscita del film: alla fine è l'unica cosa veramente "indimenticabile" di Gangs of New York.
      Grazie per il commento!

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