lunedì 10 febbraio 2014

I Clowns [Fellini Checklist 15/24]

[link alla CHECKLIST]






Secondo docufiction pensato per la televisione, “I Clowns” presenta la stessa impostazione concettuale de “Block-Notes di un Regista”. Questa volta, però, Fellini decide di usare il cinema (o la TV) non per raccontare i suoi film, ma per esplorare da vicino la figura simbolo del mondo circense: il clown. La ricerca assume da subito un carattere intimista. Non è segreta la fascinazione che il regista nutriva per i clown ed il circo, e come questi elementi ritornassero periodicamente, in maniera più o meno esplicita, in ogni suo lavoro.







“I Clowns” inizia con la storia di un bambino incapace di ridere di fronte al circo, poiché ai suoi occhi risulta inseparabile dalla realtà. Ed è proprio con lo straniamento dal pubblico che il bambino cresce e diviene regista. Fellini, in fondo, in ogni suo film non ha fatto altro che ribadire lo stesso concetto: ai suoi occhi vita e circo, così come realtà e rappresentazione, sono indistinguibili. Nel trovare questa paradossale coincidenza c'è tutto il suo genio che lo eleva da semplice spettatore. Il surrealismo della messa in scena felliniana, è lo stesso regista a dircelo in questo film, non è altro che la (mancata) meraviglia di un bambino mai totalmente abbandonato.







A rimarcare la totale coincidenza tra realtà e finzione, c'è l'incapacità felliniana di girare un documentario in senso stretto. Di cosa parla realmente “I Clowns”? È una ricerca su un tema, è un'autobiografia mascherata, o è un film su un film? È ognuna di queste cose, proprio come tutti i suoi lavori precedenti. È interessante notare però, come dopo l'esplorazione interna, vera e proprio auto-analisi psicologica, di 8½ e l'appropriazione della dimensione storico-sociale di “Fellini Satyricon”, Fellini senta il bisogno di far entrare la sua figura, il suo essere regista, nel film stesso. Una presenza che va ben oltre la semplice inquadratura e voci fuori campo, ma si esplica nella necessità di essere percepito come motore anteriore alla vista, principio di sguardo e movimento. Ma è Fellini stesso a immergersi totalmente nella sua opera (“I Clowns” è innanzitutto la storia di una sua fascinazione) e a dichiararsi incapace di distinguersi da essa. Così come la troupe “sfonda” in continuazione i limiti dell'inquadratura, sia fisicamente che narrativamente, è il film stesso a rivendicare una sua autonomia. A luci spente, lo spettacolo ricomincia e continua all'infinito, non c'è neanche più un pubblico. Cinema, oltre la vita.




Nessun commento:

Posta un commento