martedì 18 febbraio 2014

Intervista [Fellini Checklist 23/24]

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“Intervista” è l'ennesima indagine autobiografica portata avanti da Fellini. Impostazione che caratterizza gran parte della sua cinematografia a partire dagli anni '70 in poi, il raccontarsi diviene una vera e propria ossessione del regista. Il compito ultimo del cinema sembra quello di essere testimone e testamento allo stesso tempo. Lo sguardo indietro travolge un'intera epoca fino a richiudersi nell'esperienza privata dell'autore. “Intervista” è l'elemento finale di questo percorso a ritroso, dove per l'ultima volta, Fellini racchiude tutta la sua arte, i suoi sogni, la sua vita.







Dopo l'omaggio a “Roma”, città adottiva, la memoria non può che soffermarsi sul luogo che ha reso possibile ogni mondo altrimenti impossibile: Cinecittà, la romana fabbrica dei sogni. Sono di nuovo le soluzioni formali a lasciare stupiti. È incredibile come dopo quarant'anni di carriera Fellini riesca ancora a sorprendere lo spettatore re-inventando ogni possibile narrativa. Realtà, finzione e finzione nella realtà si danno continuamente il cambio in una danzare incessante che non vizia mai l'attenzione dello spettatore. Fellini, genio per eccellenza, riesce ad abbattere qualsiasi barriera razionale, tutto è credibile: il suo cinema non fa altro che affermare la totale coincidenza tra sogno e realtà al di là dei film, oltre la vita. Fellini rimarrà per sempre incastrato tra passato, presente e futuro nella continua riproposizione delle sue pellicole. Tutta la sua vita, non è stata altro che il fantastico racconto di un visionario.







Intervista” è quindi il momento massimo di riflessione autoriale a cui giunge Fellini, e probabilmente il miglior risultato. L'incontro dopo trent'anni di Anita Ekberg e Marcello potrebbe da solo racchiudere tutta la cinematografia del regista. Nell'intenzione, nel modo, nei tempi, ma soprattutto negli sguardi commossi dei due vecchi attori risiede un segreto inconfessabile: un dono eterno, che sopravviverà a tutti quanti. Il film (e perché no, tutta una carriera) potrebbe chiudersi così, nella commozione verso il passato che però è anche l'orgoglio di un successo. Ma Fellini decide di donare quel “raggio di speranza” tanto agognato in passato dai suoi produttori. E il ciak torna a battere riazzerando la realtà, pone un nuovo inizio oltre la fine. L'addio, non sarà mai definitivo.







Ascoltandoli pensavo che mi stessero preparando le delizie di un addio” - Marcel Proust, I Guermantes, Alla Ricerca del Tempo Perduto

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