martedì 4 febbraio 2014

Le Tentazioni del Dr. Antonio (Boccaccio '70) [Fellini Checklist 9/24]

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Boccaccio '70 è la seconda opera corale a cui partecipa Fellini. Rispetto a “L'Amore in Città” il regista ha molto più spazio a sua disposizione, e arriva a firmare un corto intorno ai cinquanta minuti, rispetto allo striminzito quarto d'ora de “Agenzia Matrimoniale”. Le Tentazioni del Dr. Antonio, in linea con gli altri episodi all'interno del contenitore, è una commedia leggera, tra l'erotico e il sensuale. Prima volta che Fellini si limita all'interno di un genere ben definito, il film nella sua esplicita semplicità, presenta alcune caratteristiche degne di nota.






All'interno della filmografia riminese il film segna il ritorno della collaborazione con l'attore Peppino De Filippo, già protagonista del suo (quasi) primo film “Le Luci del Varietà”, forse l'opera che più si avvicinava ad una commedia, dimostrando sia un forte attaccamento affettivo a quanto prodotto fino ad ora, Fellini a questo punto ha creato un vero e proprio cosmo di riferimento, ma anche una lucida consapevolezza nella scelta degli interpreti: la divertentissima recitazione di De Filippo ne è la prova, ancora una volta Fellini riesce a legare indissolubilmente attori e personaggi interpretati.
Inoltre “Le Tentazioni del Dr. Antonio” è la prima pellicola a colori girata dal regista. Si nota subito una grandissima attenzione alla composizione dell'immagine che ora include nuovi parametri. La sequenza di apertura sembra un vero e proprio esercizio di stile, non fine a se stesso, ma un vero e proprio mettersi alla prova. Immagini quasi immobili, studiate alla perfezione sia geometricamente che cromaticamente, dove improvvisamente irrompe l'apparato produttivo che si cela dietro la camera, come a simboleggiare l'auto-riflessione che sta affrontando il cinema nell'acquisizione di questo nuovo mezzo espressivo.







Anita Ekberg, dopo il suo ruolo ne “La Dolce Vita”, ritorna ad interpretare il simbolo di quella bellezza eccessiva, straripante ed invadente che la sua fisicità incarna alla perfezione. L'aspetto più interessante del film, è proprio la riflessione, annacquata nella volgarità della commedia ma che comunque sembra assumere sempre più centralità nei lavori del regista, sulla violenta imposizione dell'immagine femminile nella società contemporanea. Fellini sembra intuire con largo anticipo quel processo di estetizzazione sensuale della merce portato avanti fino allo sfinimento dalla pubblicità, quel disgustoso cortocircuito tra prodotto e sesso, desiderio e consumo, che ormai caratterizza inconsciamente ogni nostra scelta. L'imperativo all'acquisto (“bevete più latte”) unito alla castrazione del desiderio, all'immagine succinta ma mai interamente esplicita, che offre la soddisfazione del desiderio ma al tempo stesso lo nega, essendo nient'altro che un puro riflesso, presenza solo di rimando (immagine, dopotutto).





Ancora una volta Fellini usa il cinema per ripensare il suo ruolo, le sue possibilità. Commedia tra l'eccessivo ed il volgare “Le Tentazioni del Dr. Antonio” è una bestia travestita da agnello che cela al suo intero un'acuta riflessione sul potere dell'immagine e della narrazione attraverso essa, dimostrando, ancora una volta, la capacità di Fellini di trascendere generi e stili qualsiasi sia il suo punto di partenza.



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